lunedì 17 agosto 2015

'Round Midnight

Non ho nessuna pretesa su quello che sto per scrivere.
Stasera però ho voglia di permettere a qualcuno di sbirciare dalla mia serratura, consapevole che ciò non porterà a nulla, o almeno nulla di davvero entusiasmante.
C'è un'aura di malinconia leggera intorno a me, tipo nuvola di Fantozzi, però meno umida.

Ancorato ai ricordi di una vita, provo a mettermi su una di quelle sedie degli arbitri di tennis, solo per vedere meglio e preparare una strategia.

Che poi a cosa cazzo servono queste strategie? Arriva sempre qualcuno che con un phon glitterato fa volare tutte le carte, e tu non puoi fare altro che abbassarti, raccogliere tutto e provare a ricomporre l'ordine.

Scegliere di fissare cosa vuoi e cosa non vuoi, con dei chiodi, lunghi e resistenti.

Cosa odi e cosa ami.
Credo di amare me stesso, di nuovo. Almeno ci provo, non so farlo come dovrei.
Faccio cazzate su cazzate e mi sento in uno di quei dungeon in cui provi ad uccidere il boss mille volte e solo quando non ti impegni ci riesci.
Intrappolato dalla mente più che dalle capacità.

La musica, per fortuna c'è lei:
Miles Davis Quintet - 'Round Midnight (1956) 
Il quintetto che ha rivoluzionato il mondo (l'esecuzione originale di questo classico lo dimostra).

Miles Davis (trumpet), John Coltrane (tenor sax), Red Garland (piano), Paul Chambers (bass), Philly Joe Jones (drums), Gil Evans (arrange)






Nel frattempo vorrei aggiungere alla lista altre cose che odio:

Le strategie, i progetti, i piani di studio, il futuro, la fissità, la non-reazione, il ciclismo, quelli che saltano la fila, i consigli banali, chi urla, i palestrati, i procuratori sportivi, i filtri Instagram, Fedez, "l'ho letto su Facebook", i provocatori e quelli omologati.

E quest'è, vi avevo avvisati.
Nessuna pretesa.




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